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Nello splendore di una Roma rinascimentale, già impreziosita dalla Cappella Sistina, Michelangelo conosce Vittoria Colonna, la più grande poetessa dell'epoca. I loro incontri avvengono nei salotti letterari ove si riuniscono gli "spirituali" italiani, ma anche nei chiostri, nelle chiese, nei palazzi come San Silvestro al Quirinale, la basilica dei Santi Apostoli, palazzo Colonna. Si instaura fra loro una profonda amicizia, cementata da scambi epistolari e doni. Poi in Michelangelo, stima e considerazione mutano lentamente e inconsapevolmente in un sentimento più affettuoso, meno spirituale, più terreno. Nasce così l'amore per Vittoria. Le dedica sonetti, aspri nella forma e dolcissimi nel contenuto, ma senza mai nominarla, timido, incerto, insicuro di sé. Presente al momento del trapasso di lei, pianse rimproverandosi amaramente "che nel passar di questa vita, non così le baciai il volto come le baciai le mani".